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SCOPRISecondo i dati Istat aumenta il numero degli occupati a luglio 2017. Le rilevazioni mostrano una crescita dello 0,3% rispetto a giugno (ben 59mila in più). Non si raggiungeva e superava la quota di 23milioni di unità dal 2008 e quindi da prima del periodo di crisi. Il tasso occupazionale è salito di 0,1 punti percentuali da giugno a luglio, e si aggira ora intorno al 58%.
Aumenta il numero degli occupati che si tratti di lavoratori dipendenti o autonomi. Nel trimestre da maggio a luglio l’incremento registrato rispetto ai tre mesi precedenti è infatti di +65mila unità.
La crescita del dato sull’occupazione varia in base all’età?
La crescita dell’occupazione interessa tutte le fasce d’età ad eccezione di quella compresa tra i 35 e 49 anni che non presenta variazioni significative. La fascia sopra i 50 anni è quella trainante, considerato che tra quelle oggetto di studio, presenta i tassi di incremento più elevati. Questo incremento è visibile in entrambe le componenti di genere, e conduce ad aumenti di occupazione pressoché paritari tra uomini e donne nella fascia di età in oggetto.
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SCOPRIQuali i dati delle variazioni annuali in riferimento allo stesso periodo 2016?
Dai dati registrati fino a luglio su base annua è visibile:
- La tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,3%, +294 mila)
- La crescita dei lavoratori dipendenti (+378 mila, di cui +286 mila a termine e +92 mila permanenti)
- Il calo degli autonomi (-84 mila)
- La crescita degli occupati ultracinquantenni (+371 mila) e dei 15-24enni (+47 mila), a fronte di un calo nelle classi di età centrali (-124 mila)
- Diminuzione dei disoccupati (-0,6%, -17 mila)
- Diminuzione degli inattivi (-2,4%, -322 mila).
aumenta il numero degli occupati ma Com’è variata la disoccupazione giovanile?
Per quanto riguarda nello specifico il tasso di disoccupazione giovanile, questo si attesta al 35,5% sul totale di quelli attivi, con un +0,3 punti percentuali.
È d’obbligo tuttavia specificare che dal tasso di disoccupazione giovanile sono esclusi i giovani inattivi. Coloro cioè che non sono occupati o in cerca di lavoro perché impegnati negli studi. I ragazzi non impegnati corrisponderebbero in modo più veritiero al 9,5% del totale, e quindi solo un giovane su 10 risulterebbe disoccupato.
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Image credit: shutterstock