La crescita dal 2015 parla chiaro: sono lo 0,7% in più, le attività economiche intraprese nello scorso anno. Lo rivela la fotografia scattata da UnionCamere e InfoCamere che si basa sui dati dal Registro delle imprese e diffusa in occasione dell’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio, in corso a Padova.
turismo, commercio e servizi
Sono questi i tre macro settori che hanno avuto un balzo in avanti sul numero di imprese nel 2016: più bed and breakfast, consulenti aziendali, giardinieri, parrucchieri e tatuatori ma meno imprese edili e manifatturiere.
É di 41.354 unità il saldo tra natalità e mortalità delle imprese nell’ultimo anno. Il risultato si deve attribuire ad un positivo rallentamento delle chiusure (322.134) bilanciato dal livello di iscrizioni che, nonostante sia il più basso dell’ultimo decennio, è bastato per far registrare il segno più alla voce saldo imprese. Aumenta il distacco quindi da quota 6 milioni di aziende registrate (sono ora 6.073.763) di queste ben il 10% è guidata da giovani Under 35, che sono i veri e propri “motori” della crescita 2016 (+10,2% rispetto al 2015).
Il settore più dinamico è quello che riguarda le vacanze e il tempo libero: ci sono oggi 8.829 bar e ristoranti in più rispetto al 2015 e 2.732 attività di alloggio aggiuntive, soprattutto tra i B&B, affittacamere, case e appartamenti per vacanze. Oltre al commercio, si segnala un incremento record dei professionisti dei servizi alla persona tra i quali parrucchieri, estetisti e tatuatori, in aumento questi ultimi del +23,25%.
male costruzioni e manifattura
Le piccole/micro imprese edili sono le attività che hanno passato un 2016 peggiore degli altri: sono state ben 8400 le chiusure in questo settore; la manifattura ha visto ridurre le proprie imprese di 3.338 unità, diffusamente tra tutti i comparti ad eccezione delle industrie alimentari e di bevande (+696) e soprattutto delle imprese di riparazione, manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature (+1.148 unità).
A livello regionale, bene il Sud, che concorre per più della metà al saldo delle imprese, seguito dal Centro, poi il Nord-ovest e per chiudere con il Nord-Est unica zona con saldo negativo dello 0,1% (1.205 imprese in meno).
Secondo Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere “Le notizie positive che emergono da questa fotografia di come è cambiato il sistema delle imprese italiane nel 2016 sono il contributo importante dei giovani under 35 e la frenata delle chiusure. Anche il nostro Paese deve adattarsi al mondo che cambia ad una velocità sempre maggiore. Più rapidamente lo faremo, più imprese saranno capaci di competere e di superare le avversità”.
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Image credit: shutterstock