Il Governo ha approvato all’interno della legge di stabilità la nuova tassazione relativa alla partita iva 2015.
Dal primo gennaio è sparito il regime dei minimi con aliquota agevolata al 5% per 5 anni, oppure fino a 35 anni d’età, per essere sostituito con un’aliquota del 15% che comprende: Iva, Irpef, Addizionali comunali e regionali.
La riforma ha spinto molti ad aprire la Partita Iva entro il 2014 per accedere al regime dei minimi. Sono più di 11mila infatti i professionisti infatti hanno aperto una partita IVA a fine anno, con un record dell’84%. Queste persone hanno tempo 30 giorni per dichiarare l’inizio delle attività al fisco e beneficiare della vecchia aliquota al 5%.
Cambiano inoltre i limiti di reddito per avere la tassazione forfettaria sancita dalla normativa 2015: dai 15mila euro per i professionisti e gli intermediari del commercio, fino ai 40mila euro per attività di alloggio, ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio.
La riforma è stata duramente criticata in questi mesi proprio per la cancellazione del regime – per molti più favorevole – riservato ai giovani fino a 35 anni.
Difende il provvedimento Rossella Orlandi, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’entrata nel regime dei minimi circa 700mila soggetti che prima non c’erano e che avevano un regime più pesante. Si riferisce in particolare a
Piccole Medie Imprese, artigiani, commercianti, e piccoli riparatori che erano esclusi da quel regime e oggi entrano a farne parte.
Secondo la Orlandi il governo è pronto a rivedere la norma correggendo alcuni aspetti. Un nuovo testo dovrebbe arrivare al consiglio dei ministri del 20 febbraio, nel quale saranno approvati i decreti della riforma fiscale, a meno che il Parlamento non intervenga prima.
Nel frattempo è stato presentato un emendamento al Milleproroghe da parte di Lista Civica: la proposta è di prorogare il Regime dei Minimi con aliquota al 5% almeno per tutto il 2015.